Il 28 giugno 2025 arriva l’European Accessibility Act: una direttiva che cambia le regole del gioco per chi lavora nel digitale in Europa. Siti web, app, e-commerce, home banking, streaming, e-book, trasporti… tutto dovrà essere accessibile anche a chi ha disabilità. Non solo per una questione etica: è legge.
Il motivo? In Europa, una persona su cinque ha difficoltà ad accedere ai servizi digitali. L’EAA nasce per eliminare queste barriere e costruire un ambiente più inclusivo, equo, umano.
European Accessibility Act: Cos’è, a chi si applica e cosa cambia dal 2025
I dettagli
L’European Accessibility Act (EAA) è una direttiva europea (2019/882) approvata il 17 aprile 2019, che entrerà in vigore in tutta l’Unione Europea il 28 giugno 2025. Il suo obiettivo è garantire che prodotti e servizi digitali siano accessibili a tutti, comprese le persone con disabilità, stabilendo requisiti comuni di accessibilità per tutti gli Stati membri
Perché nasce l’EAA?
Oltre un miliardo di persone nel mondo vive con una disabilità riconosciuta e circa il 20% della popolazione europea incontra ostacoli nell’accesso ai servizi digitali, anche temporanei o legati all’età avanzata. L’EAA nasce per eliminare queste barriere, favorendo inclusione, pari opportunità e partecipazione attiva alla vita economica, sociale e culturale.
Cosa prevede la direttiva
L’EAA stabilisce che, dal 28 giugno 2025, una vasta gamma di prodotti e servizi dovranno essere accessibili e utilizzabili da persone con disabilità. Tra questi rientrano:
- Siti web e applicazioni mobili
- Piattaforme di e-commerce e marketplace
- Servizi bancari e finanziari (home banking, ATM)
- Servizi di telecomunicazione e media digitali (TV, streaming)
- Servizi di trasporto (siti, app, distributori automatici di biglietti)
- E-book e lettori di e-book
- Terminali self-service (bancomat, biglietterie automatiche)
Chi è obbligato ad adeguarsi
La direttiva si applica a tutte le aziende e organizzazioni che offrono prodotti e servizi digitali nel mercato europeo, sia pubbliche che private. Sono escluse solo le microimprese (meno di 10 dipendenti e fatturato annuo inferiore a 2 milioni di euro).
Come adeguarsi: gli standard di riferimento
Per essere conformi, i prodotti e i servizi digitali dovranno rispettare i criteri delle WCAG 2.1 (Web Content Accessibility Guidelines), almeno al livello AA. Questo significa che i contenuti dovranno essere percepibili, utilizzabili, comprensibili e robusti per tutti gli utenti, indipendentemente dalle loro capacità.
Cosa cambia rispetto al passato
- Uniformità normativa: L’EAA introduce uno standard unico di accessibilità valido in tutta Europa, superando le differenze tra le singole normative nazionali
- Più soggetti coinvolti: L’obbligo di accessibilità si estende anche alle aziende private di medie e grandi dimensioni e a nuovi settori come e-commerce, servizi bancari online, trasporti e media digitali
- Sanzioni: Il mancato rispetto della direttiva comporta sanzioni e limitazioni nella distribuzione di prodotti e servizi sul mercato europeo.
Perché conviene adeguarsi
Oltre all’obbligo legale, l’accessibilità digitale migliora la user experience, amplia il pubblico potenziale e favorisce il posizionamento sui motori di ricerca. È anche un’opportunità per differenziarsi dai concorrenti e ridurre i rischi legali
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