Un articolo da Repubblica.it
Milano. “Oggi sulla rete niente è più come prima. Possiamo considerare l’infanzia di Internet come quella che va dal 1995 al 2005. Dopo è cominciata una stagione più adulta, più matura. Ci saranno ancora cambiamenti perché qui tutto si muove (e anche a grande velocità), ma la Rete non è più bambina, è cresciuta”. Marco Zamperini, capo dei laboratori di ricerca di Etnoteam, è uno dei maggiori informatici italiani e è anche uno dei più profondi conoscitori di tutti i misteri della rete e sostiene che adesso tutto è diverso.
In che senso?
“Ormai il web 2.0 si è affermato. Se vogliamo parlare al di fuori delle sigle diciamo che si sta facendo strada una sorta di “web del popolo. O, se vogliamo usare un’altra espressione, diciamo che sta avanzando un modello di Internet dove sono gli stessi utenti a “fare”
la Rete, insomma a produrre i famosi contenuti”.
E questa in fondo non era l’aspirazione iniziale dell’era Internet: tutti possono fare tutto.
“Sì, ma poi le cose sono andate diversamente. E’ solo da poco tempo che la Rete ha cominciato a essere invasa da cose fatte dai suoi stessi utenti”.
E come mai?
“Un sociologo le direbbe, probabilmente, che è cresciuto il desiderio di partecipare, di fare sentire la propria voce. Io non so se le cose stanno proprio così”.
Cioè?
“Penso che c’è stata, silenziosa, quasi inavvertita dai non esperti, una vera e propria rivoluzione tecnologica. Nel senso che tutto è diventato molto facile, facilissimo. Oggi uno va in un negozio, compra un computer, torna a casa, lo attacca alla presa e dopo due minuti è in Rete e comincia a muoversi. Fino a qualche anno fa non era affatto così”.
In effetti (ma sembra di parlare del giurassico) ricordo che era un po’ più complicato.
“Bisognava comprare il modem, attaccarlo da una parte alla rete e dall’altra al computer. E non funzionava mai niente. Allora bisognava telefonare a un amico più esperto e farsi spiegare le stringhe AT da mettere nel computer affinché configurassero il modem in modo da potersi collegare. Una roba un po’ complicata”.
L'articolo continua qui
In che senso?
“Ormai il web 2.0 si è affermato. Se vogliamo parlare al di fuori delle sigle diciamo che si sta facendo strada una sorta di “web del popolo. O, se vogliamo usare un’altra espressione, diciamo che sta avanzando un modello di Internet dove sono gli stessi utenti a “fare”
la Rete, insomma a produrre i famosi contenuti”.
E questa in fondo non era l’aspirazione iniziale dell’era Internet: tutti possono fare tutto.
“Sì, ma poi le cose sono andate diversamente. E’ solo da poco tempo che la Rete ha cominciato a essere invasa da cose fatte dai suoi stessi utenti”.
E come mai?
“Un sociologo le direbbe, probabilmente, che è cresciuto il desiderio di partecipare, di fare sentire la propria voce. Io non so se le cose stanno proprio così”.
Cioè?
“Penso che c’è stata, silenziosa, quasi inavvertita dai non esperti, una vera e propria rivoluzione tecnologica. Nel senso che tutto è diventato molto facile, facilissimo. Oggi uno va in un negozio, compra un computer, torna a casa, lo attacca alla presa e dopo due minuti è in Rete e comincia a muoversi. Fino a qualche anno fa non era affatto così”.
In effetti (ma sembra di parlare del giurassico) ricordo che era un po’ più complicato.
“Bisognava comprare il modem, attaccarlo da una parte alla rete e dall’altra al computer. E non funzionava mai niente. Allora bisognava telefonare a un amico più esperto e farsi spiegare le stringhe AT da mettere nel computer affinché configurassero il modem in modo da potersi collegare. Una roba un po’ complicata”.
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