Alla conquista di Google

Alla conquista di Google
A proposito di motori di ricerca.

Ho fatto alcune ricerche con Google e questi sono i risultati

Ricerca: siti internet sommariva
Risultato: Posto

Ricerca: siti internet saluzzo
Risultato: 10° posto (1a pagina)

Ricerca: siti internet savigliano
Risultato: 13° Posto (2a pagina)

Sono molto soddisfatto di questi risultati. Ora lavorerò sulle chiavi siti internet cuneo
Postato da Fabio Mattis il 27/03/2008 18:01:32 in Lavoro | Scrivi Share/Save/Bookmark

Posizionamento sui motori di ricerca

Posizionamento sui motori di ricerca
Il Posizionamento sui Motori di Ricerca è un lavoro molto importante da fare se si vuole promuovere il proprio sito internet.

Colui che svolge questo lavoro viene chiamato SEO.
Da WIKIPEDIA:
Con il termine ottimizzazione (o search engine optimization, spesso abbreviato con l'acronimo SEO), si indica l'insieme di attività svolte per migliorare il posizionamento di una pagina web nei risultati forniti da un motore di ricerca.

L'attività di ottimizzazione di un sito Web riguarda tutti gli elementi che lo compongono: URL, layout, grafica, markup, contenuti, tecnologie di interazione. In siti di dimensioni elevate o particolarmente complessi, infatti, la figura del SEO resta in stretto contatto con il team di lavoro necessitando, a seconda degli elementi trattati, di specifiche professionalità che difficilmente possono ricadere in una singola persona.


Sto facendo un duro lavoro di promozione del mio sito che sta dando dei risultati come potete vedere dall'immagine.

L'importante in questi lavori è determinare prima le Parole Chiave che dovranno essere ricercate per far comparire il sito che si sta promuovendo.

Gli accorgimenti sono molti, ma se anche Voi volete promuoverVi sui motori di ricerca, non dovete fare altro che contattarmi.
Postato da Fabio Mattis il 26/03/2008 12:00:01 in Marketing | Commenti (2) | Scrivi Share/Save/Bookmark

I 16.000 Italiani su E-Bay

I 16.000 Italiani su E-Bay
Tratto dal Sole24Ore:

Forse è la concretizzazione dell'arte d'arrangiarsi tipica degli italiani, oppure è una forma di integrazione del reddito di tante famiglie, o, ancora, è semplicemente la realizzazione di quanto predetto da tanti guru sul fatto che internet diventa/diventerà una replica del mondo fisico, o forse tutte queste cose insieme. Sta di fatto che, in un'epoca in cui in Italia si fa fatica a trovare lavoro attraverso i canali tradizionali, c'è chi su internet lo crea non solo per sé, ma anche per gli altri.

Un dato che salta all'occhio scorrendo i risultati di un'indagine condotta da Research International per conto di eBay.it: più di 16 mila italiani hanno una fonte di reddito primaria o secondaria derivante dalla propria attività di vendita su eBay (oltre 14 mila) o dall'essere dipendenti di un'impresa che opera su eBay (più o meno 2000). Quel che risalta ancor di più è che questi numeri raddoppiano rispetto all'analoga ricerca del 2006.


Le sorprese non finiscono qui. All'interno della numerosa community eBay, la presenza delle piccole realtà italiane continua a crescere: circa 4.500 imprese individuali e ben 2.000 Pmi con dipendenti traggono dalle vendite su eBay la loro prima o seconda fonte di ricavi. Il 17% dei proprietari delle Pmi (circa mille persone) ha addirittura lasciato la propria occupazione per dedicarsi a tempo pieno alla nuova attività imprenditoriale su eBay.

Un buon segnale per chi ha sempre auspicato l'uso della rete da parte delle nostre Pmi, per raggiungere mercati e fasce di clienti altrimenti irraggiungibili. L'e-commerce ha anche un impatto positivo sull'andamento dell'occupazione nelle Pmi: oltre ai 2.000 collaboratori che vengono già impiegati dalle imprese con dipendenti per supportare l'attività di vendita su eBay, circa 1 su 3 delle 4.500 imprese individuali prevede di assumere personale nei prossimi due anni.


Se si chiede ai diretti interessati quali sono i vantaggi delle attività di vendita su eBay, le risposte vanno dall'aumento dei volumi di vendita, al raggiungimento di acquirenti internazionali, al miglioramento della redditività. Per quel che riguarda i privati, le vendite occasionali su eBay rappresentano nella maggioranza dei casi circa un quarto delle entrate, contribuendo a rafforzare significativamente le entrate familiari. Tra le categorie di vendita maggiormente rappresentate dagli imprenditori intervistati spiccano nell'ordine Audio/Tv/Elettronica, informatica e palmari, abbigliamento e accessori, Auto/moto/scooter.


Io personalmente non ho ancora sperimentato questo mercato. Quancuno di voi sì?
Postato da Fabio Mattis il 21/03/2008 10:23:12 in News dal Mondo | Commenti (3) | Scrivi Share/Save/Bookmark

La mia pagina in MySpace

All'indirizzo www.myspace.com/sitiweb troverete la mia pagina di MySpace. Mi sono appena iscritto e quindi non ho ancora avuto molto tempo per personalizzarla, ma presto ci riuscirò. Ovviamente non ho aperto questo spazio per fare "nuove amicizie", ma per valutare l'opportunità di visibilità che questo sito mette a disposizione. E' un'operazione di marketing, che sto valutando. La mia teoria è che il sito internet deve essere la base, ma poi bisogna "far presenza" in tante altre realtà dove ci sia un numero considerevole di utenti.
La sfida a MySpace è iniziata come anche quella a YouTube
Postato da Fabio Mattis il 18/03/2008 13:50:31 in Diario di Bordo | Commenti (1) | Scrivi Share/Save/Bookmark

Superata quota 4000 visitatori

Superata quota 4000 visitatori unici in un anno. Dal sito ho ricevuto richieste di lavoro e ho potuto approfondire argomenti che reputo interessanti.

Un'altra dimostrazione che il webmarcketing è il futuro!
Postato da Fabio Mattis il 14/03/2008 10:48:25 in Diario di Bordo | Scrivi Share/Save/Bookmark

C’è spazio, in Italia, per una imprenditoria davvero 2.0?

C’è spazio, in Italia, per una imprenditoria davvero 2.0?
Altro post molto interessante a cui ho partecipato.

Il link è questo.

Ha fatto molto discutere nelle blogosfera statunitense e tra gli addetti ai lavori, il post “How to save money running a startup (17 really good tips)” scritto da Jason Calacanis sul suo blog personale.

L’imprenditore americano è noto per aver avviato varie start-up, l’ultima in ordine cronologico il motore di ricerca “umano” Mahalo, cui è connesso anche un simpatico videocast “Mahalo Daily” condotto dalla brava Veronica Belmont.


Tra i suggerimenti che hanno sollevato la blogosfera vi è l’invito a licenziare tutti coloro i quali non sono dei lavoratori pazzi (i c.d. “workaholics”), tenere le riunioni all’ora di pranzo così da non sottrarre tempo dall’orario normale di lavoro e dotare l’ufficio di snacks e ottimo caffé, così da evitare che i dipendenti vadano al vicino Starbucks, perdendo tempo.

Detto così effettivamente sembra che Calacanis sia uno schiavista che ama spremere fino all’osso i suoi dipendenti, in realtà, come lui stesso spiega in un secondo post chiarificatore, il suo era un tono giocoso e, conoscendolo, non ho dubbi che lo fosse.

Personalmente concordo con Calacanis su tutte le sue opinioni. E’ impensabile di lanciare una start-up in un mercato così competitivo e immaturo, avendo dipendenti che vanno a lavorare come fosse un’azienda qualsiasi, timbrando il cartellino con precisione svizzera (fatta ovviamente eccezione per chi svolge lavori di servizio non legati al business della start-up).

Una start-up è un’avventura, un viaggio coraggioso all’interno di mercati inesplorati. Chi lancia una start-up è un visionario che deve necessariamente circondarsi di visionari ambiziosi come lui, non di chi cerca solo un posto per sbarcare il lunario. Una start-up nel settore del web e delle nuove tecnologie è un pericoloso safari in un mercato in continuo divenire, richiede concentrazione, dedizione e voglia di darsi al massimo.

Molti, inoltre, sottovalutano il concetto di lavoro, evidentemente perchè insoddisfatti del proprio. Lavorare facendo qualcosa che piace diventa un piacere, non una schiavitù necessaria per arrivare alla fine del mese. Cosa c’è di più bello di trasformare la propria passione in lavoro? Cosa c’è di più stimolante di collaborare ad un progetto in cui si crede?

Uno dei motivi per cui in Italia si fa fatica a fare innovazione è proprio questo. Anche noi abbiamo i cervelli e tutto sommato abbiamo anche, in certe aree, le infrastrutture necessarie. Ciò che ci manca è la “forma mentis” dell’imprenditore sano, che si mette in gioco, che rischia e che viene rispettato dalla società per questo. Alcuni ci sono e si sono uniti nel First Generation Network, ma la strada è ancora lunga perchè tanti sono i pregiudizi e le resistenze che la società pone contro chi cerca di fare qualcosa.
Postato da Fabio Mattis il 13/03/2008 13:30:38 in Lavoro | Scrivi Share/Save/Bookmark

Come spieghereste al nonno che cosa è un blog?

Come spieghereste al nonno che cosa è un blog?
Pubblico un post apparso sul blog Edit di html.it a cui ho partecipato anche io.

In Training Day (anzi, probabilmente in Philadelphia), pellicola americana che valse l'oscar a Denzel Washington, il protagonista era solito ripetere, per farsi spiegare un concetto: spiegamelo come se avessi tre anni.

Una vicenda personale mi ha permesso di cimentarmi in una situazione simile, con 80 anni di differenza: ottantatre. Tanti ne ha mio nonno, al quale ho dovuto spiegare che cosa sia un blog.




Diciamo che mi è andata bene: nella maggior parte dei casi, un blog è una sorta di diario personale. Non è il caso di Edit, ma chissà dove mi sarei addentrato nel tentativo di spiegare al suddetto nonno che cosa sia Edit, e soprattutto quali siano gli argomenti trattati (alcuni dei quali, non faccio fatica ad ammetterlo, sono piuttosto complessi anche per un giovine come me).

Ebbene, trovarmi di fronte alla banalità di dover rendere chiaro cosa fosse un blog, con parole povere e comprensibili, ad un inesperto del mestiere, mi ha fatto pensare a tutte quelle circostanze in cui il nostro interlocutore professionale - cliente, collega o superiore - non ha la benchè minima idea di ciò che gli stiamo raccontando.

Dal calderone dei pensieri estraggo tre esempi, i primi che mi vengono in mente, senza entrare troppo nel dettaglio:

  • il Trust Rank;

  • il linguaggio XML;

  • il Web 2.0;

Come li spieghereste a vostro nonno (alias padre anziano, alias interlocutore professionale assolutamente a digiuno in materia) tenendo presente, ovviamente, che lui non sa cosa sia il Page Rank, non conosce l'HTML e intuisce a malapena che Internet non è un luogo fisico?

Spesso, ne converrete sicuramente, anche questo argomentare nel deserto fa parte del nostro lavoro quotidiano...


Se cliccate qui troverete tutti i commenti, compresi i miei.

Saluti!

Postato da Fabio Mattis il 08/03/2008 11:07:46 in Lavoro | Scrivi Share/Save/Bookmark

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